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lunedì 8 giugno 2009

SE CREDIAMO ALL'EUROPA A QUALE EUROPA CREDIAMO?

I risultati elettorale del 6 e 7 Giugno possono considerarsi ancora una volta "decisivi" per la comprensione di un tempo come il nostro che nella storia ha qualche riferimento ma nulla di simile. Questa decisività è data da un insieme di questioni.
In tutta Italia il numero di votanti è precipitato. Questo è allarmante! Se prendiamo in esame i dati del solo Comune di Roma, soltanto nella capitale metà città non ha votato. Hanno votato in 1.300.000 circa a fronte di 2.300.000 cittadini con diritto. Un milione di voti in meno.
Il Pdl si ferma al 36%, che comunque è un buon risultato, anzi! Il Pd non va oltre il 26%. La Lega il 10%, l'Italia dei Valori l'8% e l'UdC il 6%. Una notizia altrettanto sconcertante è l'esclusione del Partito Comunista dai seggi di Strasburgo del Parlamento Europeo.
La Sinistra ha subito la sua Canne, ma la vittoria del Pdl a me sembra una vittoria di Pirro.
Mancano politici italiani seri, chiari, onesti.
La politica italiana è assolutamente ingrigita dalla bassezza e dall'oscurità morale della società laicizzata. Il Vaticano non ispira partiti seriamente cristiani.
La crisi economica è figlia di una crisi di coscienza avvenuta negli anni '90 ed amplificata dalla guerra, dal benessere, dall'avere tutto, dai referendum scabrosi che hanno dato via ad aborto e divorzio.
La famiglia non esiste.

Allora la mia domanda è questa. Crediamo all'Europa? Io credo che la scarsa partecipazione italiana dimostri chiaramente che non interessa più di tanto. Ma questo non può essere del tutto esatto. Si votava anche per provinciali e comunali. Quinidi il problema è morale, ancora. La coscienza del voto. L'Europa subisce solo questo dato.
L'Italia, ma in genere tutti i popoli europei, non crede più nell'Europa come istituzione una e garante dei diritti, delle libertà, della civiltà di tutto il continente.
Insomma, per quel che diceva Gramsci, cioè la sedimentazione della storia, la profonda distanza e la vanità dei popoli europei, ancora nel 2009 non ci sentiamo pienamente europei. L'Euro, poi, il massimo tentativo di aggregazione svolto sinora è stato un boomerang. All'inizio saluto calorosamente ora additato a "causa" della crisi economica. Naturalmente dissento profondamente da analisi simili ma esse sono ben radicate.

A quale Europa crediamo? Quella degli estremismi? Be', risposta parziale. Quella dei partiti estremisti, radicali, violenti, autoritari di destra: un esempio la Lega. Poi a quelli moderati di Centro: un esempio l'Udc. Infine la frammentazione della Sinistra è come vedere una lenta alba tramontare, il Titanic finire la sua gloriosa corsa sotto le stelle algide delle fredde acque del Polo Nord, la distanza tra realtà e sogno una volta svegliatici.
LA Sinistra moderata è risibile. Tiene ma non convince. La Sinistra estrema è stata addirittura cassata, cancellata. Da chi? Non da squadracce fasciste ma dalle politiche degli anni '90. Dagli anni di Bertinotti, dall'ipocrisia, dalla distanza dalla povertà vera. Si è autocancellata. La Sinistra italiana, al di là della mancanza di un leader carismatico, trovo che abbia profonde questioni di rettitudine, di stimolo, di meta da risolvere. I tempi da guardare dritti negli occhi. Le mani per riappropriarsi di quell'operosità che un giorno la portò al governo di coalizione, all'indomani della guerra e prima di una più che possibile rivoluzione.

Oggi di tutto ciò non è rimasto nulla. Solo una chiusura ideologica spaventosa e retrograda. Ma in questo, il Paese della storia, impara dalla storia ripetendo sempre la stessa storia.

Vito Lorenzo Dioguardi

2 commenti:

pablo rodriguez ha detto...

la politica necesita ser fortalesida. por jovenes catolicos que tengan principios y valores, y que den un ejemplo de amor al projimo, aun si somos jovenes de alma.
saludos.
pablo rodriguez

Vito Lorenzo ha detto...

Il Parlamento europeo, caro Pablo, non ha approvato un documento in cui si rivendicavano "le radici cristiane" del Continente. Questa è stata una delle più amare sconfitte per Giovanni Paolo II ed una delle più meravigliose vittorie del laicismo. Il problema è che questo è stato causato dalla mancanza di buoni politici cattolici. Allora, io ti chiedo, come si devono educare buoni politici cattolici se i valori si sono "annebbiati" (non lettura della Bibbia, cattiva lettura della Bibbia) e l'esempio è dato in negativo?

Il positivo è che cerchiamo almeno di rispondere a queste domande.

Cosa ne pensi?

Vito

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