Cerca nel blog

venerdì 7 gennaio 2011

GIOVANNI TRA NOI

Da oggi il nostro amico Giovanni parlerà della Parola e della sua interpretazione nella vita e nell'esperienza di cristiano, proprio mentre il mondo più mette in discussione i nostri valori universali. Benvenuto Giovanni, che tu possa scrivere per crescere e farci crescere!

domenica 7 marzo 2010

L'ANTICO TESTAMENTO E CRISTO

Se leggiamo Proverbi 8, ovvero quel meraviglioso discorso apologetico della grandezza di Dio nella creazione tenuto dalla Saggezza, non riusciamo a ritrovarvi forti echi e vicinanze a Gesù Cristo?
Non già (o non solo) quando dice di amare la giustizia e non la stoltezza ma quando afferma perentoriamente di essere indispensabile e propedeutica a tutte le cose, la Saggezza dice di sé: - Il Signore mi ebbe con sé al principio dei suoi atti, prima di fare alcuna delle sue opere più antiche -. Non era forse questo uno dei più controversi ma centrali insegnamenti di Cristo parlando della sua propria figura? Allora Cristo e la Saggezza si identificano. Perché la Saggezza è la liberazione di Israele, il Cristo che deve venire nel mondo.

E non sono forse i Proverbi un'esaltazione lirica dei premi e dei vantaggi della bontà e della similitudine con le virtù divine? E non sono i libri poetici immagini cesellate nel cuore dei libri poetici della Bibbia cristiana (o "Libri Sapienziali" nel Ketuvim raccolta del Tanakh) per ricordarci il nostro essere e la grandezza della sorpresa che Dio nostro Padre e Creatore si mostra a noi e lascia che noi lo cerchiamo e troviamo ed in Lui riposiamo?
E non è tutto l'Antico Testameno un inno a Cristo Gesù? Un inno ad un liberatore nello Spirito? Non un canto perpetuo al Bene che viene da Dio?

Per ciò, ogni versetto, ogni aggettivo, ogni parte di storia è riferibile al Signore Nostro non in quanto impostazione schematica o preconcetta dell'esegesi ma come naturale foce del pensare e del sentire biblico

giovedì 4 marzo 2010

LIBRI POETICI

Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici.

domenica 20 dicembre 2009

LA CARNE, LO SPIRITO E LA LIBERTA' CRISTIANA

Galati 5,13 - 26; Paolo scrive la sua lunga lettera ad un popolo fedele, che gli ha offerto accoglienza e seguito, ragione. A loro impartisce suggerimenti, spiegazioni, illuminazioni di vario genere e grado. In questo passo, per esempio, tratta dei bisogni e dei voleri della carne e dello spirito. Ebbene, li crede opposti. O l'uno o l'altro ( e ricorda l'Aut aut ricordato da Kiekegaard).
Qui poi c'è anche il paradigma del teologo e del filologo.

A me, invece, incuriosisce il concetto paolino di libertà:
- Perché voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà, soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni gli altri; -.
La libertà è la possibilità di scegliere tra Bene e male, tra Dio e i suoi nemici, tra vita e morte, tra tutto e niente. La libertà introdotta e portata da Cristo in eredità a tutti è una rivoluzione! E' la libertà l'adesione, il divenire cristiani è essere ognuno di noi Gesù Cristo. Amici, fratelli e liberatori gli uni degli altri.

Un primo approccio ad un bel passo di Paolo, lettere immortali perché lettere di cuore ... oh, pardon, di spirito!

venerdì 11 dicembre 2009

IL PECCATO ED IL PERDONO

E' come se giocando a scacchi si perda per il medesimo errore di sempre: la solita mossa. Questo è il peccato! Il male agisce su di noi con molta astuzia. Il male è astuto. Siamo ingenui. Perché pensare che una cosa è giusta o è sbagliata ci fa già cadere in errore. Il peccato è viscido; infatti, dopo avere peccato, perché di peccare si sa o si capisce, ci sentiamo alquanto sporchi. Il trasgressivo alimenta questa assenza di volontà che è il peccato. Perché si è, il più delle volte, "involontari" quando si pecca. Ovvero non c'è un disegno ed una ragione predefinita. Questo è il peccato d'istinto. Ma una qualche volta si può commettere un peccato ben sapendo di farlo: allora abbiamo il peccato maligno.
Chi vince il male è Cristo. Proprio lo annienta. Lo distugge. Lo annulla. Perché Egli, Cristo, è la totalità. Dei cieli, della terra, del tempo, dello spazio. Senza di Lui nulla può farsi, tutto con Lui! Questo è il Bene! Sapere per quale direzione andare. Il Bene aumenta col bene e col perdono del male. Infatti, il bene può solo alimentarsi mai estinguersi (se è vero Bene), il male finisce nell'istante in cui l'abbiamo commesso, non dura, è terreno e terrestre.
Il Bene dura, è infinito, ha una portata così straordinaria da permetterci e consentirci un sacco di azioni coraggiose. Un innamorato vuole bene all'amata e per essa si riempie di coraggio e fa notare il suo amore in mille modi. Questo è l'Amore! Allora, se io mi decidessi al Bene chi sarebbe più felice di me? Che sono uno che non c'è nessuno più triste di me? Perché non riesco ad essere totalmente cristiano? Perché non mi fortifico? So che il mondo sembra più forte! Sembra! Ma io non voglio far parte dell'apparenza nè lasciare che essa mi schiacci ma che io la scacci piuttosto.
Allora arriva il valore della preghiera a sorreggermi e capisco di dovere pregare. Perché se c'è una cosa più precaria della vita è pur vero che per il credente non c'è nulla di inossidabile.

venerdì 31 luglio 2009

MONACO PAGANA: DACHAU

C'è una terra, al centro dell'Europa, a sud della Germania, al confine con Austria e Repubblica Ceca, in quei territori fatti da boschi incantati e da pianure sterminate e sempre verdi in cui il dolore ed il fato hanno ordito una trama di sangue. In questi luoghi dove Romani e Barbari si sono confrontati per secoli oggi, ancora oggi, gli uni e gli altri si confrontano. Il paganesimo di questi ultimi, infatti, oggi va per la maggiore, ha avuto nel Novecento il suo secolo d'oro e, si può dire a buon diritto, che ha avuto il suo interprete spietato nel Partito Nazionalsocialista tedesco.
Come uno scherzo del destino Monaco, grande città della Baviera, la Monaco cattolica, la Baviera cattolica, sono state il centro della diffusione del pestifero pensiero politico dell'odio razzista.
E Dachau, un piccolo paese a nord ovest della città, immerso nel verde della selva teutonica, è stato il primo campo di concentramento della storia. Qualcosa di incredibile è successa in quei luoghi. Qualcosa che va al di là dell'intelligibile. Si potrebbero spendere fiumi di parole sul perché, come e quando sia successo, sul brodoso discorso che non deve più succedere, ecc ... ma se veramente si vuole capire si deve andare lì, si deve ascoltare il vento, gli alberi, il cielo, i letti di legno, il silenzio, la doccia ed il forno.
Lì la morte ha avuto vita, si è presa la vita dei vivi. Lì si viveva di morte.
Non aggiungo altro, lascio a voi ogni considerazione ed il proposito di vedere quel campo e capire. Capire è la chiave per essere o non essere un uomo.

NUOVO CRISTIANESIMO

Chi crede in me, non crede in me ma in Colui che mi ha mandato; chi vede me, vede Colui che mi ha mandato (Gv,12, 44-45)
Il blog di analisi, discussione e confronto sulla tradizione, la storia e la filosofia cristiana. Per ritornare alle origini di un pensiero e di un'azione che hanno rivoluzionato il destino dell'umanità.