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venerdì 31 luglio 2009

MONACO PAGANA: DACHAU

C'è una terra, al centro dell'Europa, a sud della Germania, al confine con Austria e Repubblica Ceca, in quei territori fatti da boschi incantati e da pianure sterminate e sempre verdi in cui il dolore ed il fato hanno ordito una trama di sangue. In questi luoghi dove Romani e Barbari si sono confrontati per secoli oggi, ancora oggi, gli uni e gli altri si confrontano. Il paganesimo di questi ultimi, infatti, oggi va per la maggiore, ha avuto nel Novecento il suo secolo d'oro e, si può dire a buon diritto, che ha avuto il suo interprete spietato nel Partito Nazionalsocialista tedesco.
Come uno scherzo del destino Monaco, grande città della Baviera, la Monaco cattolica, la Baviera cattolica, sono state il centro della diffusione del pestifero pensiero politico dell'odio razzista.
E Dachau, un piccolo paese a nord ovest della città, immerso nel verde della selva teutonica, è stato il primo campo di concentramento della storia. Qualcosa di incredibile è successa in quei luoghi. Qualcosa che va al di là dell'intelligibile. Si potrebbero spendere fiumi di parole sul perché, come e quando sia successo, sul brodoso discorso che non deve più succedere, ecc ... ma se veramente si vuole capire si deve andare lì, si deve ascoltare il vento, gli alberi, il cielo, i letti di legno, il silenzio, la doccia ed il forno.
Lì la morte ha avuto vita, si è presa la vita dei vivi. Lì si viveva di morte.
Non aggiungo altro, lascio a voi ogni considerazione ed il proposito di vedere quel campo e capire. Capire è la chiave per essere o non essere un uomo.

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