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venerdì 11 dicembre 2009

IL PECCATO ED IL PERDONO

E' come se giocando a scacchi si perda per il medesimo errore di sempre: la solita mossa. Questo è il peccato! Il male agisce su di noi con molta astuzia. Il male è astuto. Siamo ingenui. Perché pensare che una cosa è giusta o è sbagliata ci fa già cadere in errore. Il peccato è viscido; infatti, dopo avere peccato, perché di peccare si sa o si capisce, ci sentiamo alquanto sporchi. Il trasgressivo alimenta questa assenza di volontà che è il peccato. Perché si è, il più delle volte, "involontari" quando si pecca. Ovvero non c'è un disegno ed una ragione predefinita. Questo è il peccato d'istinto. Ma una qualche volta si può commettere un peccato ben sapendo di farlo: allora abbiamo il peccato maligno.
Chi vince il male è Cristo. Proprio lo annienta. Lo distugge. Lo annulla. Perché Egli, Cristo, è la totalità. Dei cieli, della terra, del tempo, dello spazio. Senza di Lui nulla può farsi, tutto con Lui! Questo è il Bene! Sapere per quale direzione andare. Il Bene aumenta col bene e col perdono del male. Infatti, il bene può solo alimentarsi mai estinguersi (se è vero Bene), il male finisce nell'istante in cui l'abbiamo commesso, non dura, è terreno e terrestre.
Il Bene dura, è infinito, ha una portata così straordinaria da permetterci e consentirci un sacco di azioni coraggiose. Un innamorato vuole bene all'amata e per essa si riempie di coraggio e fa notare il suo amore in mille modi. Questo è l'Amore! Allora, se io mi decidessi al Bene chi sarebbe più felice di me? Che sono uno che non c'è nessuno più triste di me? Perché non riesco ad essere totalmente cristiano? Perché non mi fortifico? So che il mondo sembra più forte! Sembra! Ma io non voglio far parte dell'apparenza nè lasciare che essa mi schiacci ma che io la scacci piuttosto.
Allora arriva il valore della preghiera a sorreggermi e capisco di dovere pregare. Perché se c'è una cosa più precaria della vita è pur vero che per il credente non c'è nulla di inossidabile.

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NUOVO CRISTIANESIMO

Chi crede in me, non crede in me ma in Colui che mi ha mandato; chi vede me, vede Colui che mi ha mandato (Gv,12, 44-45)
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